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successi come direttore d’orchestra e suonatore di chitarra e flauto, gli hanno fatto girar la testa. Il dottor Antonio continua ad essere esattamente la stessa persona serena, servizievole, gioviale e senza pretese, quale era quindici giorni prima. Se in lui è alcuna mutazione è un cambiamento in meglio nella sua personale apparenza; ma pur tanto lieve che ci vuole un occhio proprio scrutatore — l’occhio di una donna probabilmente — per accorgersene. Il suo abito è un pelo più accuratamente scopettato; e i suoi capelli e la barba più accuratamente pettinati; e la sua cravatta annodata intorno al collo meno scioltamente che non solesse. Nè la direzione del dipartimento musicale impedisce punto la sua assistenza a miss Davenne è sempre assiduo come prima. E quantunque evidente: mente abbia assai da fare anche altrove, pur trova tempo da rendersi utile e gradevole all’osteria. Udendo, ad esempio, un giorno dire a Lucy che le zanzare cominciavano a divenir fastidiose la notte, egli si mise immediatamente all’opera, fissò delle spranghe al letto di lei e a quello di sir John; e su quelle spranghe appese zanzariere. In seguito, udendo l’istesso lamento per le mosche divenute intollerabili, procurò che dei fascetti di una pianta viscosa (Erigeron Viscosum, Linneo) bagnati nel latte, fossero appesi nella camera e sulla loggia: i quali, attraendo le mosche, liberarono Lucy a un tratto da uno dei flagelli d’Italia. Lucy aveva un pensiero accuratissimamente nascosto nelle più interne plaghe del cuore; ed era che di sicuro non fosse al mondo una persona simile a questo dottor Antonio.

Tale era, in fondo, lo stato piuttosto soddisfacente delle cose e delle persone dell’osteria del Mattone, in quel beato giorno del 15 maggio 1840.

Erano le dieci del mattino — un mattino amabile quanto ogni altro mai cantato da poeti e da uccelli. Miss Davenne, vestita di azzurro chiaro, si sedeva alla loggia occupata a disegnare. La scelta di quell’abito azzurro era stata affatto casuale per parte di lei, o era in qualche modo connessa colla menzione fatta la sera precedente dal dottor Antonio, che l’azzurro di tutti i colori era il più amato da lui? E chi lo sa? Anche Antonio stava seduto sulla loggia, un poco indietro di Lucy, e stropicciavasi violentemente la barba, segno di tempo burrascoso per lui. La Hutchins al di dietro stava accomodando in un vaso un grosso mazzo di rose, portato allora dal Dottore. Egli rare volte veniva a mani vuote; e durando pur sempre inalterato il suo orrore per ogni specie di ringraziamenti,