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il 15 maggio 1840. | 147 |
le altre sere della settimana, la conversazione di sir John è limitata al Conte e al dottor Antonio; al qual circolo privilegiato, sir John, nel sorbire il thè, imparte notizie del modo di vivere in Londra — del vivere alla moda naturalmente — cosparse di cenni, che, come la luce del lampo, rivelano qualcosa dello splendore di Davenne Hall, e della grandezza e potenza dei Davenne, o «della famiglia,» come sir John chiama appassionatamente la sua stirpe. Alle dieci si mette regolarmente a giuocare a scacchi col dottor Antonio (questo è per Lucy il segno di ritirarsi, o per il Conte di cominciare a sonnecchiare); e vince invariabilmente due partite su tre: avendo Antonio scoperto che sir John non può perdere al giuoco, senza uscir anco dei gangheri; e quando è inquieto, il padre di Lucy è insopportabile.
Il tempo di Lucy, durante questa quindicina, è stato quasi tutto speso sulla loggia. Da che ha potuto passare la giornata all’aria aperta, la sua salute si è considerabilmente ristabilita. Ella gusta straordinariamente le soirées musicales, in gran parte a motivo della musica — che realmente Lucy ne è appassionata — ma un poco ancora per l’effetto che essa produce. Cosa assai singolare! Lucy non pare abbia mai sospettato da prima di essere amabile; o se l’ha sospettato, solo adesso comincia a curarsene. Ella osserva che ognuno è per lei e civile, e rispettoso, e pieno di attenzioni. Lucy, in verità, è una piccola regina con una piccola corte. Ella fa progressi visibili nel disegno, particolarmente nelle figure; delle quali si è tanto appassionata, che ha già abbozzato più di venti volte Speranza — Speranza che sta a modello dinanzi a lei con angelica pazienza per ore intere: non più smorta e abbattuta, ma ravvivata da non so quale misterioso presentimento, che stia per sopravvenire una buona fortuna. Oltre a ciò, havvi l’esercizio sulla chitarra, e le visite del dottor Antonio; sicchè le ore di Lucy sono completamente occupate. Il maestro di disegno altresì la diverte anch’egli un poco. — Un ometto fiero e violento, ma in fondo di tanto buon naturale e tanto istruito. Per ciò che spetti a Dante, Lucy diceva al Dottore, ch’era per lei piuttosto una sorgente troppo profonda; ma perseverava a cavarne quanto potesse. Confessa apertamente di gustare ora la veduta della loggia più piena che non nei primi giorni; e per usar la di lei espressione, le pare che tutte quelle separate bellezze si siano fuse in una grande bellezza sola.
Il dottor Antonio non si mostra superbo dell’alto favore di sir John. Se la prende alla buona, forse come uomo che si era sentito sempre in diritto di goderne: nè i suoi