Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il 15 maggio 1840. | 145 |
desimo. Sir John ne fece gli onori, con tanto maggior grazia in quantochè non li fece in gran tono, ma in un modesto incognito: come puossi immaginare facciano altri magnati, quando coprono le loro corone, e si fanno credere semplicemente conti o contesse. Probabilmente, sir John provò gli stessi sentimenti solito a provare presiedendo all’annuale pranzo che di uso dava ai suoi vassalli in Davenne.
In Italia, come dappertutto, i brindisi sono in gran moda, ma le parlate di dubbia eloquenza sono sostituite dal risuonar di bicchieri urtati contro bicchieri, in tintinnìo generale e simpatico. Il conte propose di bere alla salute del loro distinto ospite e della sua compita figliuola; e il brindisi ebbe luogo con universale entusiasmo. Il Sindaco, i Consiglieri e il Giudice di pace, seguitarono la stessa via, facendo mostra di molt’ingegno nell’immaginare variazioni allo stesso tema. Sir John si sentì in obbligo di ringraziare per sè e per sua figlia; il che egli fece con una parlata piuttosto lunga; e il dottor Antonio, dopo di aver tradotto agli ospiti in italiano la cordiale effusione del Baronetto, riportò a lui in poche frasi inglesi ben girate i sentimenti di soddisfazione della compagnia.
Durante la sera, Lucy fece la sua prima apparizione, portata sulle ruote della poltrona; e non occorre dire che la sua beltà e la sua grazia fecero una viva impressione nell’animo proverbialmente entusiasta degl’Italiani. Antonio cantò delle sue più vivaci canzoni siciliane, che furono cordialmente applaudite e fatte ripetere; e il Maestro di disegno, un po’ improvvisatore, improvvisò un sonetto a miss Davenne; nel quale la paragonò al giglio e alla palma, e a Minerva per soprappiù; e tutto fu accolto con numerosi bravo dai presenti, eccetto che dal Conte. Fu veduto anzi (essendo noto che il Conte e il Maestro di disegno eran fra loro a spada tratta), mentre veniva recitato il sonetto, il Conte far solenni boccacce per esprimere e comunicare i suoi dubbii, rispetto alla sincera realtà che la composizione fosse improvvisata. Meno questo lieve incidente, sfuggito all’occhio del Baronetto e della figlia, e meno la marcata freddezza colla quale fu ricevuto il thè dalla maggioranza — freddezza fatta cessar presto dall’ordine dato da sir John, di portare una fresca provvista di nere bottiglie per i dissidenti — ogni cosa procedè magnificamente, e ad intiera soddisfazione delle parti; a segno che Antonio, dopo un colloquio abbastanza lungo col Baronetto sulla loggia, annunziò, seance tenante, in nome del protagonista, che se un po’ di conversazione e un po’ di musica
10