Pagina:Il dottor Antonio.djvu/145


sulla loggia. 141

pratica i confessori non sostengono quel che si predica; sono troppo concilianti, e non osano, testualmente, non osano rifiutare l’assoluzione a quei penitenti che sono in recidiva. Non osano, perchè, essi dicono, «non vogliamo perdere i nostri penitenti;» e questo accadrebbe di certo se mostrassero un grado conveniente di severità. Dovete sapere che è mira e ambizione dei confessori di avere un gran numero di penitenti; e gareggiano l’un coll’altro a chi di loro sarà più in voga. Gli abitanti conoscono questa debolezza, e se ne approfittano. M’è accaduto più d’una volta a sentir dire: «Se il mio confessore non mi dà l’assoluzione, andrò dal tal di tale che ha «maniche larghe;» intendendo dire che è più indulgente.»

— «Queste sono davvero brutte ombre alla vostra bella pittura,» disse sospirando Lucy.

— «Bruttissime,» ripetè Antonio. «La gran faccenda dei nostri Reverendi — vi sono naturalmente molte onorevoli eccezioni — è l’abbellimento delle loro chiese; e per questo fine si approfittano del gusto del bello naturale nel nostro popolo. Offerte o contribuzioni piovono abbondanti per la compera di un nuovo organo, o per un servizio di lampade d’argento, per pitture, per ornamento al santuario della Madonna. Nello stesso tempo la città è sudicia, senza illuminazione le strade, il selciato tutto buchi, le vie detestabili; e i ponti mancano dove maggiormente abbisognano. Ma che importa questo, purchè la chiesa paja splendida e superi tale o tal altra del vicinato?»

— «E come ve la passate voi con questi Reverendi, quali voi li chiamate?» domandò Lucy.

— «Eh! così così: a quel che credo, non mi son troppo amici. Il Curato specialmente non mi può perdonare il rifiuto regolare da me fatto del biglietto, che mi manda regolarmente a Pasqua.»

— «E a che serve?»

— «Una fastidiosissima vessazione. La Pasqua, i Curati s’incaricano di mandare a tutti i loro parrocchiani il così detto bullettino di comunione; ed esigono, dopo essersi comunicati, che lo si lasci da ognuno come prova in sagrestia. Potete immaginarvi essere questa specie di coercizione umiliantissima — almeno io la tengo per tale. Dispostissimo ad adempiere i miei doveri religiosi, pur preferisco di far ciò liberamente, da uomo di giudizio, non da fanciullo per forza. Così rimando sempre indietro il biglietto.»

— «E il Curato ce l’ha con voi?» disse Lucy con faccia alquanto grave.

— «Sì, ma tiene in sè la sua ira. Egli e i suoi reve-