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128 | il dottor antonio |
sera; tuttavia, dopo quest’ultima parlata, rimase umilmente silenziosa, ed era forse il modo migliore per calmare l’irritabile suscettibilità dei sentimenti di suo padre; anzi che una qualunque risposta, quand’anche data colla soave e bassa voce ch’ella aveva. Nè credette necessario di nulla ripetere al dottor Antonio dell’arringa della sera scorsa, quando la mattina seguente venne brioso e lieto a darle le notizie da lei tanto aspettate: che l’uomo di cui aveva parlato erasi trovato: e che per mille quattrocento franchi erasi accordato d’andare al posto di Battista; e che doveva positivamente partire il dì seguente per Genova. Gli occhi di Lucy dicevano cose molto più piacevoli e grate delle parole, mentre gli poneva in mano il danaro, che aveva deciso di mandare al console inglese in Genova. Ambidue erano felicissimi, discorrendo della felicità che preparavano ad altri; e fino sir John pareva quel giorno soddisfatto. Il Governo infatti e tutti i sistemi municipali, erano stati bonariamente dimenticati.
CAPITOLO X.
Sulla loggia.
La poltrona inventata da Antonio arrivò finalmente; e debitamente provatala, sir John la dichiarò il modello di tutte le poltrone. Compiuti altri minori preparativi, connessi coll’evento contemplato, fra’ quali figurava una grossa cassetta d’istrumenti da disegno provveduta in Nizza; il primo di maggio, verso mezzogiorno, il dottor Antonio entrò nella camera di miss Davenne, dicendo: — «Preparatevi a una grande sorpresa.»
— «Che mai può essere?» domandò Lucy. Poi guardandolo fissa, parve leggesse sulla faccia di lui; perchè fattasi color di rosa, tosto disse: «Ho da alzarmi?»
— «Brava!» gridò Antonio, «indovinato alla prima: La lingua batte ove il dente duole. Sì, dovete alzarvi; ma a patto di sottomettervi a una quantità di seccanti cautele, avvisi e restrizioni. Non vi si permette di camminare, nemmeno di porre il piede per terra: esso ha bisogno di un’altra quindicina di giorni di riposo assoluto. Vi