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106 | il dottor antonio |
ai complimenti. — «No, no,» proseguì sir John, «dovete permettermi che io dica così. Conosco l’estensione delle mie obbligazioni, e il valore del vostro tempo, e farò il più che io possa per mostrarvi il sentimento che ne provo.»
— «Intende forse questo don Magnifico pagarmi delle mie conversazioni di botanica e delle mie lezioni di chitarra?» pensò Antonio; e a questo pensiero aggrottò portentosamente le ciglia, e disse secco secco: — Esagerate l’estensione delle vostre obbligazioni e il valore del mio tempo; specialmente in questa stagione dell’anno, in cui ho la felicità di dirlo, essendoci pochissimi malati in paese, il mio tempo vale pochissimo. Forse per evitare ogni futuro malinteso farei meglio a dirvi distintamente, che nove su dieci delle mie visite non sono professionali; e però escludono qualunque questione di pagamento.»
Sir John fece una smorfia assai brutta, e le sue narici si contrassero come se nell’aria ci fosse cattivo odore. Antonio proseguì a dire: — «La cagione del disturbo che vi do questa mattina riguarda miss Davenne. Miss Davenne le debbo render questa giustizia, ha sopportato la sua relegazione in letto con ammirabile pazienza e mansuetudine. Ma se è dura la sua prova, diverrà ancor più dura progredendo nel ristabilirsi; e questi ultimi giorni ho molto pensato se per noi si potesse trovar qualche espediente di alleviargliela. — Se si potesse far in modo che la venisse portata ogni giorno sulla loggia per godervi di una più estesa veduta del paese circonvicino, aver aria più fresca; divertirsi, disegnare, e ricever anco, se le piace, delle visite — credo che tutto ciò le riuscirebbe di gran sollievo.»
— «Certo, di gran sollievo,» fece eco sir John.
— «Ora,» rispose Antonio, «ciò che sarebbe fuor di proposito per novantanove su cento persone nel suo caso, mi par degno di essere provato; ed è probabile riesca con una signorina di buon senso, discrezione e prontezza ad obbedire com’è miss Davenne.»
— «Non potremmo, disse sir John, «far porre un sofà sulla loggia, e portarvela ogni giorno?»
— «Un sofà non sarebbe sicuro,» rispose il Dottore; «si ha a badar bene che miss Davenne non si faccia male neppur con un movimento involontario; e credo di intravedere un modo per cui si può prevenire anche questo pericolo. Ecco il disegno di una sedia,» continuò Antonio porgendo a sir John una carta con sopra un abbozzo; «la quale è qualcosa, come vedete, di mezzo fra una carrozzina e una sedia a bracciuoli, sulla quale miss Davenne