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speranza. 105

«il Conte» il quale viveva ritirato nel suo palazzino proprio dall’altra parte del monte di Bordighera. Queste visite, restituite, come era naturale, puntualmente, avevano gradevolmente lisciato l’amor proprio e l’importanza del Baronetto. Alla fin fine vedeva di essere fra gente che riconosceva i suoi maggiori. Trovate, se vi basta l’animo, un membro della baronia della Gran Bretagna, il quale riconosca o creda che un nobile Italiano, il cui nome forse figura nella storia prima assai che si sentisse parlare dei Plantageneti, possa essere a lui eguale! Sir John, in una parola, si sentiva ormai tanto a suo agio, quanto si fosse mai trovato in alcun luogo da che avea lasciato le sue rive natìe; e si era pertanto assai raddolcito verso la razza italiana in genere, e in particolare verso quel campione di essa, che passava sotto il nome di dottor Antonio. L’interminabile antifona di lodi che Lucy cantava per tutto ciò che il Dottore avea fatto e pensato per divertirla; e quanto ne aveva veduto sir John istesso, probabilmente non aveva mancato di produrre qualche effetto sul cuore paterno. Per disgrazia, sir John era troppo superbo per dare alcun segno esterno de’ suoi sentimenti mutati, che potesse esser riguardato quasi un preliminare da parte sua; e continuò, per falsa vergogna, ad essere, se non pungente come prima, almeno ugualmente sostenuto e riservato e freddo com’era stato sempre.

Premesse queste cose, sarà facile intendere come sir John, uscendo di camera, facesse le scuse le più cerimoniose al dottor Antonio per averlo fatto aspettar tanto — un mezzo minuto esattamente; — e come il dottor Antonio in contraccambio pur facesse le sue, piuttosto verbose, per aver disturbato sir John in ora sì indebita. Le quali scuse sentendo, il Baronetto protestò con dichiarare che egli era sempre a disposizione del dottor Antonio, e lo pregò di sedersi. Poi venne una sfilata d’inchini, seguita da una scaramuccia a chi dovesse o non dovesse sedersi primo: difficoltà che fu aggiustata da ambi i gentiluomi, ponendosi ambidue a sedere nello stesso tempo.

— «È per me un piacevol dovere,» cominciò il Dottore in tuono alquanto oratorio, «di comunicare notizie eccellenti della nostra interessante inferma. Miss Davenne sta questa mattina bene straordinariamente.»

— «Mi rallegro di sentirvi dir così,» rispose sir John con gran condiscendenza; «benchè difficilmente avessi potuto aspettarmi meno, avuto riguardo all’abilità e alle attenzioni da voi mostrate nella cura di miss Davenne.»

Antonio avrebbe voluto dir qualcosa per chieder tregua