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100 | il dottor antonio. |
— «Oh! questo è meglio di tutto. Come è splendido!» sclamò Lucy battendo le mani per contentezza.
— «Sì; n’è vero che è splendido?» disse Antonio. «Potete immaginare cosa più elegante di questa corolla? o cosa più ricca di tinte di questi petali degradanti dal porporino reale al più delicato incarnato della rosa? Come ben vedete, la corolla è polipetale.»
— «Via le parole tecniche, via l’analisi, interruppe Lucy. «Lasciatemi goder pura e semplice l’ammirazione del tutto insieme.»
— «Avete ragione,» rispose Antonio. «Se analizzando accresciamo la nostra provvista di cognizioni, è cosa rara che non si guastino i nostri godimenti. Questo è uno dei prodigi della natura, un capo d’opera. Ecco quanto ci basta conoscerne.»
— «Mi ricordo,» disse Lucy, «quello che sta scritto dei gigli del campo. Eppure Salomone in tutta la sua gloria non era vestito come uno di questi fiori.»
— «A’ miei occhi,» rispose Antonio, «questo ramoscello di pesco parla a suo modo della mano del supremo Artefice con tanta evidenza, con quanta tutte le glorie del firmamento.»
— «È proprio così,» rispose Lucy. «E pare inesplicabile come ci siano uomini, che non vedono in tutte le maraviglie dell’universo se non l’opera della materia e l’effetto del cieco caso!»
Antonio non disse nulla, ma guardò con intensa simpatia la bella parlatrice. Ella restò pensierosa colla faccia volta verso il cielo:
«E co’ cieli il suo sguardo favellava, |
Nessuna parola può bene descrivere come queste di Milton la nostra Lucy in quell’istante. Per un po’ di tempo nessuno de’ due giovani fiatò; ma i loro cuori non erano stati mai per lo innanzi in così stretta comunione fra loro, come in questa pausa. Antonio fu il primo a parlare.
— «Avete letto mai Picciola?»
— «No. È un romanzo francese?» domando Lucy.
— «Sì, è un romanzo di M. Saintine, celebre autore francese. Quel che avete detto poc’anzi me l’ha richiamato alla memoria.»
— «Di che tratta?»
— «Di un fiore,» rispose Antonio. «L’eroina del romanzo è un fiore.»