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AL SIGNOR DON LOPE SORIA

Illustre essempio di Providenza.


IO Dedico à la degnìta vostra la picola somma dei versi tessuti con lo mio cordoglio, ne la perdita di quel Principe, de cui foste amico & io servo.

Ma se io non so raccontare i meriti di lui à voi nel modo, che egli seppe narrare le qualità di voi à me, non è maraviglia, per cioche sua eccellenza operava con l’animo di Alessandro, è parlava con la lingua di Cesare, onde la eloquenza di cotanto Duce aguagliò in se stesso la virtu de l’armi proprie. Hora nel basciare à Vostra Signoria la mano se le promette tosto il secondo libro de le lettere, che à quella intitulo io Pietro Aretino suo servitore.

La seguente operetta in lode del Duca d’Urbino morto è pretiosa.