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54 | Capitolo secondo |
cipe dei demonii qual è veramente, di ferissimo aspetto, tutto nero, con gli occhi accesi, cinto il capo, non di corona, ma di draghi, mutati in serpi i capelli e i peli tutti del corpo, le braccia armate di artigli, il ventre e la coda come di smisurato scorpione. Satana comincia a rabbellirsi alquanto col sopravvenire, o meglio con l’esplicarsi del Rinascimento, e si capisce come una età innamorata della bellezza, e che al culto della bellezza diede il meglio delle proprie energie, non dovesse comportare nemmeno in Satana una deformità troppo turpe e spaventosa. Nel Giudizio di Michelangelo le figure dei demonii non sono gran che diverse da quelle dei dannati, e fanno impressione più per la terribilità loro che per l’orridezza. I demonii del Milton serbano nella caduta non piccola parte dell’antica bellezza e dell’antica maestà; ma quelli del Tasso hanno strane ed orribili forme, anzi riproducono i mostri tutti dell’antichità. La figura del cavaliere, col giustacuore di velluto, il mantello di seta, il berretto adorno di una lunga penna di gallo, la spada al fianco, è immaginazione moderna.