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50 | Capitolo secondo |
Questa forma non esclude una certa eleganza; ma appunto perchè non l’esclude doveva facilmente trovare chi l’imbruttisse. Le corna diventarono spesso corna di bue, le orecchie, orecchie d’asino; la coda si munì in cima di una bocca di serpente; ceffi mostruosi, simili a mascheroni di fontana, copersero le giunture, boccheggiarono sul petto, sul ventre, sulle natiche; il membro virile s’inserpentì, si contorse in istrane fogge, così da ricordare certe bizzarre creazioni dell’arte antica; le gambe si mutarono in gambe di capro, reminiscenza del satiro pagano, o l’una di esse soltanto in gamba di cavallo; i piedi furono talvolta artigli d’uccel di rapina, o zampe d’oca.
Ma con ciò non si toccavano ancora gli ultimi termini del mostruoso. Una strana credenza voleva che il corpo dei diavoli non avesse che la parte anteriore, e fosse cavo dentro, simile a quei vecchi tronchi d’albero cui una lenta dissoluzione ha votato della sostanza legnosa. San Furseo vide una volta una turba di diavoli con lunghi colli e capi come caldaje di rame. Certi altri diavoli, veduti da san Gutlaco, avevano