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454 Capitolo decimoquinto


Il est mort! disent tous les moines,
On n’achetera plus d’agnus.
Il est mort! disent les chanoines;
Ou ne paira plus d’oremus.
Au conclave on se désespère:
Adieu puissance et coffre-fort!
Nous avons perdu, notre père.
Le diable est mort, le diable est mort.


Ma, soggiunge il poeta, sant’Ignazio chiese ed ottenne il posto del morto, ed ereditò l’inferno. Finalmente è da ricordare che Guglielmo Hauff in Germania, e Federico Soulié in Francia, scrissero le Memorie del Diavolo, e che le memorie si sogliono scrivere di chi è morto, non di chi è vivo.

In realtà la scienza, che tante cose uccide, mentre tante altre ne crea, uccide, o finisce di uccidere anche il diavolo, del cui ajuto, se mai ebbe, ora non ha più bisogno. Per essa si avverano le parole memorabili del vecchio Virgilio:

                              Felice
Chi delle cose la cagion conobbe;
E i terror vani, e il fato inesorabile
Sotto ai piedi si pose, e dell’avaro
Acheronte lo strepito.