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444 Capitolo decimoquinto

rosità che assicurano l’esistenza e la prosperità dei singoli uomini e delle associazioni loro, e favoriscono le manifestazioni più alte della vita individuale e sociale. L’uomo si umanizza a poco a poco, discostandosi sempre più dalla belva, e la morale, attraverso i secoli, si affina, si allarga, s’innalza. C’è più umanità nel mondo ora che non un secolo fa, assai più che non nel medioevo, infinitamente più che non nell’età della pietra. So che i fautori di una morale rivelata e immutabile negano, come possono meglio, tutto ciò; ma guai per loro se ciò che essi negano a priori non fosse vero. E le prove che sia vero sono infinite, sparse a piene mani in ogni pagina di qualsiasi libro di storia si apra. Volerle riferire, anche per piccola parte, sarebbe stucchevole; ma facciamo una semplice supposizione. Supponiamo che il medio evo, co’ suoi re e co’ suoi baroni, con le sue fazioni e le sue città divise, con le guerre di conquista, con le guerre civili e con le guerre religiose, avesse avuto i mezzi formidabili di distruzione che la scienza ha dato a noi; ci sarebbero ancora nel mondo mura di città e di castella, ci