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418 | Capitolo decimoquarto |
un convento di francescani, nella città di Schwerin, e non chiese al partirsi altro premio che una veste di più colori, con molti sonagli intorno, già pattuita innanzi.
Ma anche in altro modo sanno rendersi utili i diavoli dabbene. Uno di essi una volta fece scommessa coll’arcangelo Michele a chi avrebbe fabbricata la più bella chiesa sul monte di Normandia che appunto ha nome dall’arcangelo. Un altro giunse a insegnare a san Bernardo sette versetti dei salmi, che, recitati ogni giorno, assicuravano il paradiso. Un altro, senz’essere richiesto, trasportò l’anima di un cavaliere ammalato a Roma e a Gerusalemme, e gli fece racquistare la sanità perduta. Questi erano certamente diavoli nobili e di gran levatura: quelli di minor conto facevano ciò che potevano. Cesario racconta di uno che per una cesta d’uva custodì una vigna.
Che diremo del diavolo credente, che recitava orazioni e confessava le verità della fede? Di uno, che entrato in corpo a una vecchierella, cantava inni, salmi e il Kyrie eleison, si narra