Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
354 | Capitolo duodecimo |
mena in trionfo per tutto il foro, e lo getta da ultimo in una latrina. Quel forsennato del prefetto ha veduto ogni cosa e non se ne dà per inteso. Ordina che la fanciulla sia lacerata sulla ruota; ma un angelo spezza la ruota e la fanciulla torna più sana di prima. Infiniti spettatori di tanto miracolo si convertono alla fede di Cristo, e lì per lì sono decapitati cinquecento maschi e centotrenta femmine. Il prefetto fa immergere Giuliana in una caldaja piena di piombo fuso. Tornata vana anche questa prova, comanda che sia senz’altro decollata. In quel punto ricomparisce il demonio in figura di giovane, e aizza i carnefici, ricordando le offese fatte agli dei e a lui; ma Giuliana con solo aprire alquanto gli occhi lo volge in fuga. Da ultimo ella consegue la palma del martirio. Un’altra Giuliana, priora di Monte Cornelio, quando il demonio le dava troppa noja, se lo cacciava sotto ai piedi, e lo pigiava come si fa dell’uva nel tino.
Più poetico, se non più mirabile, è il caso di una santa Gertrude, non so quale delle parecchie ch’ebbero tal nome.