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Le disfatte del diavolo 353

che fosse appesa pei capelli, e che le si versasse in capo piombo liquefatto. Non potendole nuocere in modo alcuno, la fece caricar di catene e gettare in un carcere. Nel carcere appare alla vergine il diavolo, in figura di angelo, che le dice: “O Giuliana, io sono l’angelo di Dio, il quale a te mi manda perchè tu ti risolva di adorare gl’idoli, e non voglia morire di così mala morte.„ Ma Giuliana volge una fervida preghiera al cielo, e lo stesso demonio è costretto a scoprirsi. Allora la valorosa fanciulla, per insegnargli a non più tentare le sante vergini, gli lega le mani dietro la schiena, lo getta a terra, e senza punto commuoversi alle sue grida, con quella stessa catena che avvinceva lei, lo flagella ben bene. Il prefetto ordina che Giuliana sia tratta di carcere e sottoposta a nuovi tormenti: ella esce, tirandosi dietro il suo nemico. Questi si duole e si raccomanda: “O Giuliana, non mi rendere a questo modo ridicolo, perchè io non potrò più tentar cosa alcuna contro nessuno. Si dice pure che i cristiani sono misericordiosi; perchè non hai tu misericordia di me?„ Ma Giuliana non gli bada, lo