mille passi, largo non più di un piede, e impervio ai superbi, che da esso precipitano nei tormenti senza fine. Dopo lungo e malagevol cammino, si scopre all’anima esterrefatta una bestia, più grande che le più grandi montagne, e piena in vista d’intollerabile orrore. Gli occhi suoi pajono due colline ardenti, e la bocca è così smisurata che vi potrebbero capire novemila uomini armati. Due giganti tengono, a guisa di colonne immani, spalancata quella bocca, d’onde erompe un inestinguibile incendio. Sollecitate e sforzate da un esercito di demonii, le anime degli avari si precipitano contro le fiamme, entrano nella bocca, e dalla bocca sono travolte nel ventre del mostro, d’onde si sprigiona l’urlo di miriadi di tormentati. Vien poscia uno stagno, grandissimo e procelloso, pieno di bestie muggenti e terribili, attraversato da un ponte lungo due miglia, largo un palmo, irto di acutissimi chiodi. Le bestie si raccolgono lungo il ponte, sbuffando vampe di fuoco, e inghiottono le anime tutte che ne cadono, le quali sono di ladri e di rapinatori. Da un edificio smisurato, rotondo, e simile a un forno, guizzano fiamme che a mille