e anche corporalmente. Nel primo caso si aveva la visione propriamente detta; nel secondo, una vera e propria peregrinazione. Le visioni toccavano di solito a chi era in istato di sovreccitazione mentale, o spossato da lunga infermità: mentre l’anima viaggiava per conto suo, il corpo rimaneva in istato di profondo letargo, simile alla morte. Io non debbo qui entrar nell’esame delle condizioni psicologiche e patologiche del fenomeno; mi basta di recar qualche esempio. San Furseo, monaco irlandese del settimo secolo, essendo ammalato da tre giorni, fu condotto a vedere le pene dell’inferno da degli angeli, preceduti da un altro angelo, che aveva una spada sfavillante e uno scudo luminoso. Una notte, Carlo il Grosso stava per coricarsi, quando, udì una voce terribile gridargli: “Carlo, l’anima tua lascerà il corpo, e sarà condotta a vedere i giudizii di Dio;„ e così fu. Alberico, figliuolo di un barone della Campania, fu soprappreso, all’età di nove anni, da un deliquio che durò nove giorni, durante il qual tempo, guidato da san Pietro e da due angeli, visitò l’inferno e il paradiso. L’anno 1149, un cavaliere irlandese