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I roghi 279

cesi di Como; il Parlamento di Tolosa ne brucia quattrocento in una volta. Non v’è nessuno che si possa tener sicuro da un’accusa di stregoneria, e l’accusa si risolve quasi sempre in condanna, e la condanna è quasi sempre al rogo: il mostrar di non credere alle malìe è già per sè stesso un indizio grave, se non a dirittura una prova di colpa. La tortura fa miracoli, strappa ai più protervi e ai più riottosi la confessione dello scellerato loro commercio con Satana, provoca sequele interminabili di denunzie le une legate alle altre, le quali, dal tribunale del giudice, si protendono, come i tentacoli di uno smisurato polipo, per mezzo i popoli esterrefatti. Più di un inquisitore si domanda atterrito se l’umanità tutta intera non sia passata al servigio del diavolo. Per veder di rendere l’opera riparatrice della giustizia più sollecita che non sia la stessa propagazione del male, si procede a precipizio, s’interrogano gli accusati secondo certi formularii che pongono loro in bocca la confession del delitto, s’inaspriscono e si moltiplicano le torture, si abbrucia quanto è sospetto d’infezione, uomini, donne, vecchi, bam-