è pronto a rinnegare Cristo e il battesimo, gli dà una polizza e gli dice: “Esci dalla città, senz’aver cenato, e nell’ora che la notte è più cupa, vientene su questo ponticello, e tieni a braccio teso in alto cotesto breve; ma per cosa che tu veda, bada bene di non aver paura e di non fare il segno della croce.„ Antemio fa quanto gli è detto, e stando a mezzanotte sul ponte, vede giungere una gran cavalcata e un principe seduto in un carro. Porge la lettera; ma il principe non accoglie subito fra’ suoi colui che la reca: egli vuole un’abjura scritta. La scena si ripete tre volte, e negli intervalli Antemio si consiglia col mago. La terza volta il principe, ricevuta la scrittura, grida, levando al cielo le braccia: “O Gesù Cristo, questi che già fu tuo ti rinnega per iscritto. Di ciò non io sono autore, ma egli, che con ripetute istanze ha chiesto di poter essere mio. Però in avvenire non ti curar più di lui.„ Udite queste parole, che il principe ripete tre volte, Antemio è preso da subitaneo terrore e da grande ambascia, e ridomanda la sua scrittura. Ma invano: il principe, senza più dargli ascolto, passa oltre,