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I patti col diavolo 225

scritture, e riavutele, si gabbano di chi ha loro creduto. Forse fu per dar più valore al contratto che, a cominciare dal secolo XIII, il diavolo volle si scrivessero i patti col sangue, il quale, come ben dice Mefistofele, è un certo succo affatto particolare. A tali scritture anche il demonio soleva apporre alcun segno. In una, di cui dà notizia Gilberto di Vos (sec. XVII) in certo suo libro di teologia, il diavolo lasciò l’impronta abbronzata della sua mano, stesa sopra una croce.

Sono innumerevoli le storie in cui si racconta di patti stretti col demonio, e parecchie assai antiche: non ispiacerà, spero, al lettore, che io ne riferisca qualcuna.


In una vita di san Basilio arcivescovo di Cesarea, attribuita ad Amfilochio vescovo d’Iconio (sec. IV), si legge quanto segue. Un senatore cristiano, per nome Proterio, ha un’unica figliuola, cui egli, dopo aver visitato i luoghi santi, risolve di consacrare a Dio. La fanciulla è lieta di ciò; ma il demonio, che mai non dorme, si accinge tosto a contrariare il santo