i maledetti non frastornarono gli oranti, non guastarono le sacre funzioni, frammettendo ai canti sacri stonature risibili, arruffando e confondendo nelle bocche innocenti le parole dei salmi, troncando sul più bello il fiato agli organi, mentre il demonio Tutivillo, serbato a quest’officio, andava raccogliendo di sulle bocche ogni error di lettura, ogni sfarfallone di pronunzia, e ne faceva fardello, da tirar poi fuori e sciorinare a suo tempo, nell’ora del giudizio, dinanzi all’anime intontite! La fanciulla, nel cui seno s’agitava una prima vampa d’amore; la moglie che non ogni pensiero aveva dato al marito; la suora cui terribili e pur cari fantasmi turbavano i sonni, s’accostavano tremando al confessionale, presso a cui, dietro il bruno pilastro, era acquattato il demonio, consigliero di peccaminose reticenze, e di più peccaminose menzogne. Forse, chi sa? quel monaco oscuro, immobile sotto la tonaca, perduto il volto nell’ombra del cappuccio, quel monaco silenzioso ed austero, dalle cui labbra doveva venire la santa parola dell’esortazione e del perdono, era egli stesso un diavolo camuffato. Se n’eran ve-