luoghi nei quali egli e il suo popolo dimoravano più volentieri che altrove, e che parevano essere da loro in più particolar modo occupati e dominati. Tali erano i luoghi deserti in genere, certe foreste, certi cucuzzoli di montagna, certe isole, alcuni laghi e fiumi, le città abbandonate, i castelli smantellati, le chiese diroccate. San Peregrino confessore, capitato un giorno in una tenebrosa foresta, ode improvvisamente un fragore spaventoso, e si vede accerchiato da una infinita moltitudine di demonii, che tutti gridano a squarciagola: A che sei venuto? questa selva ci appartiene, e serve all’esercizio della malvagità nostra. Gervasio di Tilbury racconta, in sul principio del secolo XIII che in Catalogna è un monte dirupatissimo, sulla cui cima si raccoglie un lago quasi nero e d’imperscrutabile profondità, e sorge, invisibile al comune degli uomini, un palazzo abitato da demonii. San Filippo d’Argirone cacciò i diavoli dal monte Etna. San Cutberto liberò l’isola di Farne dai demonii che l’occupavano; e nelle storie della fondazione di molti conventi si legge come fu necessario di togliere il luogo ai nemici, i quali non lo lascia-