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L’infestazione diabolica 167

tere e la sua età, lo chiamavano immondo sorcio pelato, gli gonfiavano e movevano il ventre, gli davan nausea e capogiri, gli appesantivano le mani per modo che non poteva quasi più farsi il segno della croce, lo facevano addormentare in coro, e poi russavano per far credere agli altri monaci ch’egli fosse colui che russava. Parlavano con la sua voce, lo facevano tossire, lo stimolavano a sputare, si cacciavano in letto con lui, gli tappavano il naso e la bocca per modo da non lasciargli avere il fiato, lo forzavano ad orinare, lo pungevano a guisa di pulci, e se per combattere il sonno egli esponeva al freddo le mani, essi gliele tiravano sotto le vesti per riscaldargliele. Qualche volta a tavola gli facevano passar l’appetito, ed egli allora cercava di ajutarsi con un granello di sale, che ha grande virtù contro i demonii. Tutte queste cose, ed altre assai, racconta Ricalmo a un discepolo. Il fruscio che le sue vesti pajono fare, quand’egli si muove, è cicalio di demonii. Tutti i rumori che escono dal corpo umano, tutti quelli che vengono dalle cose, sono pure opera di maligni spiriti, meno il suono