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La possessione | 155 |
gnanza profonda, e duravano in digiuni lunghissimi senza che ne venisse loro danno alcuno. Del resto i diavoli facevano dei posseduti da loro quello che lor meglio piaceva. Centuplicavano in essi le forze, o li facevano cadere in deliquio e in catalessia; li sollevavano da terra, tenendoli sospesi a mezz’aria, o li stramazzavano al suolo; li piegavano in due, li capovolgevano, li raggomitolavano, li facevano girare su sè stessi come trottole, ruzzolar come cercini, capitombolare, gesticolare e contorcersi in mille guise, strane, ridicole, spaventose. Ancora, li facevano latrare come cani, muggir come buoi, gracchiar come corvi, fischiar come serpi, urlar com’anime dannate, e spesso per le loro bocche eruttavano fiamme e fetidissimo fumo. Governati dai diavoli a questo modo, molti indemoniati avevano il viso macilento, l’occhio vitreo, la carnagione terrea, il corpo consunto; ma altri apparivano vegeti, pingui, rubicondi, e davano così nuovo esempio e nuova prova della molteplicità degli artifizii diabolici.
Queste erano le meraviglie e le singolarità d’ordine fisico; ma c’erano ancora, e più nota-