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140 | Capitolo quinto |
vano anche lasciarsi vedere, o sotto gli aspetti loro naturali, o sotto altri aspetti mostruosi e terribili, e per la via degli occhi gelar gli animi di terrore. Potevano anche farsi udire, e allora erano angosce d’altra maniera, e noje insoffribili. Infiniti santi, a cominciare da sant’Antonio, li udirono ruggire come leoni, urlare come lupi, stridere come aquile, fischiare come serpi, e li videro in figura di così fatti animali, venir loro incontro, aggirarsi loro d’attorno, tumultuosamente, rabbiosamente. Santa Margherita di Cortona, nella sua cella, li udiva cantare a squarciagola canzoni oscenissime. Altre volte erano invettive furibonde, contumelie atroci, spaventose minacce. Fuggendo, i diavoli, dopo aver torturato gli occhi e le orecchie, affliggevan le nari, lasciandosi dietro un odor nauseabondo, a cui nessun fetore della terra poteva paragonarsi.
Ma questo era nulla ancora. I diavoli non eran gente da rimanersi con le mani alla cintola, e o prima o poi venivano ai fatti. Qualche volta se la pigliavano con le cose inanimate, guastando, distruggendo, sperperando quanto