Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
138 | Capitolo quinto |
non c’era verso di smuoverla: il diavolo ci s’era seduto sopra, e bisognò che venisse il santo in persona a cacciarlo via. Ma la burla peggiore, la più villana, a mio avviso, era questa: cogliere uomo e donna in flagrante peccato carnale e annodarli in indissolubile amplesso, more canino.
I santi erano fra tutti i più tormentati, e così doveva essere. Il diavolo odia i santi, non solo perchè servi di Dio, ma ancora perchè ogni loro atto, le preghiere, i digiuni, le pie opere, sono a lui ingiuria e tormento. Inoltre, certe nature d’uomini, inclinate alla melanconia, e nelle quali la fantasia sormonta, sembrano attirare il diavolo, e dargli buon giuoco. Dice Amleto che il diavolo ha grande potestà sopra nature come la sua. Del resto bisogna fare a questo proposito una distinzione. Il diavolo poteva contentarsi di tormentar l’uomo esteriormente, moltiplicando le offese e le angherie; poteva anche tormentarlo interiormente, cacciandosi in lui, invasandolo. Nel primo caso si aveva la ossessione propriamente detta; nel secondo si aveva la possessione. Ora, i santi, erano del