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126 | Capitolo quarto |
tanto più sicura per lui quanto meno sospettata dagli altri. Così, se vedeva un uomo tutto dedito alle pratiche di devozione, chiuso ad ogni lusinga, inaccessibile all’errore, egli non perdeva il tempo a stuzzicarlo con tentazioni di carattere più o meno mondano; ma, all’incontro, lo esortava a perseverare, lo stimolava a inasprire vie più le macerazioni, a moltiplicare le preghiere, a esagerare le pratiche tutte dell’ascetismo, e giungeva persino ad inspirargli una grande conoscenza delle Scritture, come se ne può vedere esempio nella Vita di san Norberto, vescovo di Magdeburgo. Di san Simeone Trevirense si racconta che i diavoli volevano fargli dire la messa per forza, lo toglievano dal letto, lo menavano davanti all’altare, gli ponevano indosso le vesti sacerdotali. La conseguenza non insolita di tutto ciò era che il sant’uomo, meravigliando della propria santità, cominciava a levarsi in superbia, e a perdere, per questo solo peccato, il frutto d’ogni sua virtù. Così per voler essere troppo santi si finiva qualche volta all’inferno.
Ad esercitare questa specie di tentazioni il dia-