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Il diavolo tentatore 111

eran maggiori, le larve allettatrici o paurose si moltiplicavano e si variavano, la tentazione si sceneggiava. Sant’Ilarione, mentre pregava, si vedeva schizzar sotto gli occhi lupi ululanti, volpi squittenti, assisteva a pugne improvvisate di gladiatori, vedeva i morenti rotolarsi a’ suoi piedi, e gli udiva implorare da lui la sepoltura. Una notte, mentre vegliava com’era consueto, cominciò a udire vagito di bambini, belato di greggi, muglio di buoi, rugghio di leoni, pianto di donne, un murmure vasto, come di esercito in campo. Conosciuto il diabolico ludibrio, si butta in ginocchio, si segna in fronte, e si guarda d’attorno, aspettando nuovo portento. Ed ecco, subitamente, al lume della luna, vede un cocchio, trascinato da focosi cavalli, farglisi addosso. Invocato dal santo il divin nome di Cristo, incontanente s’apre la terra ed inghiotte il fantasma. Il tutto era opera di Satana, voglioso di stogliere il buon servo di Dio dalla meditazione e dalla preghiera, e di rendergli incresciosa, popolandola di terrori, la solitudine. Le storie dei santi riboccano di sì fatti esempii.

Queste, che Satana esercitava col sussidio di