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104 | Capitolo quarto |
messo, ogni anima rubata al cielo e guadagnata all’inferno, segnerà un suo trionfo. Sia pure forte e salda la Chiesa come uno scoglio in mezzo ai marosi; egli saprà bene investirla e percuoterla d’ogni intorno, facendola tremare sin nelle fondamenta, e staccandone di tanto in tanto alcuna pietra angolare. Vigili il pastore, e vigilino i cani a custodia del gregge; egli, come un lupo affamato, anzi come il leone ruggente ricordato dall’apostolo, non cesserà dal rapire delle dieci pecorelle le nove.
Satana non può far sue le anime se prima non le intrida e non le corrompa di peccato; ma l’umana natura, tuttochè redenta, è proclive e pronta al peccato. Satana non può far forza al libero volere; ma può di tal maniera moltiplicargli le insidie d’attorno che esso abbia quasi necessariamente a soccombere. Satana è il grande, l’infaticabile tentatore. Egli tenta Eva e ardisce di tentar Cristo: qual meraviglia se tenta gli uomini anche più santi? Anzi gli è contro ai più santi ch’egli usa ogni sua industria, giacchè i non santi, senza troppo contendere, gli si fanno seguaci e servitori.