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temporalmente) lontani dai contesti pratici della vita quotidiana; (b) il contesto di fruizione dell’esperienza mediata è diverso dal contesto in cui l’evento accade effettivamente, l’esperienza è così ricontestualizzata; (c) l’esperienza mediata, diversamente dall’esperienza vissuta, si presenta come una fruizione discontinua di eventi di differente importanza; (d) l’esperienza mediata dà vita a forme di comunanza despazializzata, una affinità non radicata nella prossimità fisica, ma che dipende dall’accesso alle stesse forme di comunicazione mediata.
2.5. Sfera pubblica mediata
La nozione di sfera pubblica, intesa nella sua accezione habermasiana, è specificata dall’autore come sfera dei privati riuniti come pubblico, che si confrontano tramite una pubblica argomentazione razionale, originata dall’esperienza personale. La sfera pubblica borghese prendeva forma nei caffè e nei salotti, luoghi in cui il pubblico si riuniva e discuteva tra pari (al di là dello status di appartenenza).
Le genesi della sfera pubblica borghese deriva storicamente da alcune dinamiche che conducono alla formazione di un nuovo ordine sociale. Tali dinamiche sono riassumibili in (a) circolazione delle merci, che provoca una nuova forma di autonomia economica, il capitalismo finanziario e commerciale, e (b) circolazione delle notizie, che provoca una maggiore diffusione e accessibilità alle informazioni e una maggiore presa di coscienza sociale. Conseguentemente all’affermazione di queste dinamiche, l’uomo borghese acquista consapevolezza di sé e della propria individualità nel mondo. Da questo processo scaturisce l’opinione pubblica, intesa come entità collettiva che nasce dal basso e si esprime attraverso un processo comunicativo e attivo. Infatti le opinioni personali dei cittadini, secondo Habermas, possono trasformarsi in opinione pubblica grazie a quel processo di discussione razionale e critica aperta a tutti (Thompson, 1995). Dopo Habermas, molti altri sociologi si sono dedicati a indagare i meccanismi che regolano la nascita, il funzionamento e la gestione della sfera pubblica. Thompson sostiene la necessità, nella attuale società, di reinventare la sfera pubblica (Thompson, 1995), facendo emergere nuovi centri di potere simbolico. Essi devono essere pluralisti, quindi sganciati dalle influenze dei grandi centri del potere simbolico. Si tratta di uno spazio che deve essere aperto e accessibile. Tuttavia tale spazio non necessita più di compresenza fisica, di uno luogo fisico condiviso. Con lo sviluppo dei mezzi di