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Prima la selezione era fatta a monte da chi deteneva la proprietà dei mezzi di
comunicazione; ora, non essendo controllabile il processo di pubblicazione, la soluzione
è selezionare i contenuti a posteriori, secondo il modello “prima pubblica poi filtra”
(Shirky, 2008, 63). Le modalità di filtraggio sono quelli suddetti, specificati da
Anderson (gli strumenti tecnologici e il passaparola).
Tale soluzione può sembrare fonte di disordine, ma, come afferma David Weinberger in
“Everything is Miscellaneous”, “la soluzione alla sovrabbondanza di informazione è più
informazione” (Weinberger, 2007, 13) in modo che sia possibile capire cosa è degno di
attenzione e cosa non lo è. Egli sostiene che normalmente il disordine non solo appare
inefficiente ma ci fa anche sentire a disagio; per questo tendiamo ad assegnare
categorie. Viviamo secondo la regola “ogni cosa ha un suo posto”. Tuttavia, egli
continua, il mondo digitale permette di trascendere tale regola di riordino del mondo
analogico: nel mondo digitale ad ogni cosa possono essere assegnati più posti
simultaneamente (Weinberger, 2007, 14). Questa possibilità apre nuove possibilità di
conoscenza: Weinberger porta l’esempio di iTunes che, rendendo la musica
miscellanea, permette al negozio virtuale di adattarsi alle necessità del cliente.
Uno dei metodi per mettere ordine è l’assegnazione di etichette agli UGC. Il web è
basato sulla folksonomy, la categorizzazione delle informazioni e dei contenuti generata
dagli utenti mediante l’utilizzo di tag scelte liberamente. Esse sono apparse per la prima
volta verso la fine del 2003 nel sito di social bookmarking del.icio.us. Il termine, la cui
origine è attribuita a Thomas Vander Wal, è formato dall’unione di due parole, folk e
tassonomia; una folksonomia è, pertanto, una tassonomia creata da chi la usa, in base a
criteri individuali[1]. La folksonomy attualmente non è ancora perfetta, ma è un primo
passo verso il web semantico.
1.9. Le small-world network
Assistiamo attualmente ad un cambio delle modalità di comunicazione: dai mezzi di comunicazione di massa “da uno a molti” oppure “da uno a uno” (rispettivamente appartenenti alla comunicazione pubblica e alla comunicazione privata, ben definite e distinguibili) si è passati alla comunicazione “da molti a molti”. Basti pensare a ciò che rendono possibile le e-mail, che offrono una comunicazione “da molti a molti”