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Shirky differenzia tre gradi di attivazione dei prosumers: condivisione, collaborazione e
azione collettiva.
L’attivazione e partecipazione degli individui ad un progetto di crowdsourcing non sono
riconducibili ad un guadagno economico, quanto ad un guadagno in termini di creazione
di un valore di cui può beneficiare l’intera comunità, di utilizzo del proprio talento e di
voglia di condividerlo con gli altri. Gli autori interpretano le motivazioni individuali di
tale comportamento nell’attitudine naturale degli individui alla collaborazione, che si
traduce in quella che è definita da Himanen etica hacker. Inoltre la facilità di
coordinamento favorita dai media digitali costituisce in sé un incentivo alla
collaborazione.
Per avviare, organizzare e gestire un pratica di crowdsourcing è necessario tuttavia un
livello, variabile da caso a caso, di controllo e di lavoro oscuro. Il primo passo è
stabilire il giusto equilibrio tra promessa, strumento e patto.
A questo punto, si cerca di indagare e valutare come cambia (o dovrebbe cambiare) il
ruolo delle istituzioni in questo nuovo scenario. L’opportunità di intraprendere azioni di
collaborazione di massa on line può permettere la realizzazione di una democrazia
partecipativa, grazie alla quale tutti gli stakeholders possono inscriversi nelle politiche
pubbliche decisionali e negoziarne interessi, strategie e finalità. Tuttavia, per
raggiungere questo obiettivo, non bastano le innovazioni tecnologiche: ciò che è
richiesto è un cambiamento di mentalità dell’istituzione stessa, che deve adottare
principi di interattività, apertura e condivisione. Si presenta, quindi, in cosa consistono e
come sono realizzabili le politiche wikicratiche di cui tratta Cottica nel suo libro
“Wikicrazia”.
Si descrive infine, in relazione a quanto trattato finora, la storia di Wikipedia, la sua
nascita, le caratteristiche peculiari e gli aspetti più innovativi.
Il secondo capitolo è dedicato all’introduzione di ambiti rilevanti per la successiva
analisi del progetto, ovvero il marketing territoriale/turistico e il social media
marketing, i concetti di esperienza mediata e di micro sfera pubblica.
Il marketing territoriale è un non profit marketing che ha come obiettivo la creazione e
l’aumento del valore e dell’attrattività di un Sistema Locale Territoriale (SLT): è uno