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FEDERICO NIETZSCHE

meno senza strappamenti, in virtù di una specie di assoluta necessità che agisce sulla sua personalità tutta intera; non è tirato in senso contrario dalla sua ragione e dalla sua sensibilità, o dalla sua intelligenza di pensatore e dai suoi istinti di artista, come avvenne per esempio a Heine. Ed è pure per questo che la sua vita interiore, la cui evoluzione è dominata da una specie di fatalità immanente ed irresistibile, offre lo spettacolo di una perfetta unità e di un ammirabile logica, fino al momento in cui il suo normale sviluppo è bruscamente arrestato dalla catastrofe che mette fine alla sua esistenza cosciente.


★★★


Due tendenze apparentemente contradditorie, ma in realtà conciliabilissime, si manifestano in Nietzsche parallelamente in tutte le epoche della sua vita, una positiva che lo spinge all’entusiasta affermazione delle sue ammirazioni, della sua fede, del suo ideale, e l’altra negativa che lo obbliga a combattere con aspra violenza tutto ciò che gli appare come un pericolo, una minaccia per quell’ideale. L’istinto positivo, il bisogno di dire «sì», di amate, di ammirare, di rispettare, sembra sia il tratto più profondo della sua natura, ed anche il più commovente. Egli vede nel «rispetto» una delle virtù cardinali della morale dei «padroni». Un’anima nobile deve sapersi inclinare con

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