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FEDERICO NIETZSCHE

degli organi, particolarmente lo stato del nervo simpatico — provocano il nostro istinto di causalità: noi vogliamo avere una ragione per trovarci in tale o tal altro stato, per star bene o male. Non ci basta mai il constatare semplicemente il fatto che noi stiamo in uno o in un altro modo: non accettiamo codesto fatto, non ne prendiamo coscienza — che quando gli abbiamo dato una specie di motivazione. La memoria che, in simili casi, entra in funzione senza che noi ne abbiamo coscienza, introduce degli stati anteriori dello stesso ordine e le interpretazioni causali che vi si congiungono, e in nessun modo la loro vera causalità. È vero d’altra parte che anche la memoria cagiona credenza che le rappresentazioni, che i fenomeni di coscienza accompagnatori sono stati le cause. Così si forma l’abitudine di una certa interpretazione delle cause che, in realtà, ne impaccia e ne esclude la ricerca stessa.


5.


Spiegazione psicologica di questo fatto. — Ricondurre qualche cosa di sconosciuto a qualcosa di conosciuto solleva, tranquillizza e soddisfa lo spirito, procurando inoltre un sentimento di potenza. Lo sconosciuto comporta il pericolo, l’inquietudine, la preoccupazione — il primo istinto porta a sopprimere quella penosa situazione. Primo principio: una qualunque spiegazione è preferibile alla mancanza di spiegazione. Siccome in fondo non si tratta che di sbaraz-

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