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FEDERICO NIETZSCHE |
cipia a soffiare. Oppure la involontaria riconoscenza per una buona digestione (si chiama anche amore dell’umanità). Oppure la tregua del convalescente il quale ricomincia a prender gusto ad ogni cosa e che attende... Oppure lo stato che segue ad una forte soddisfazione della nostra passione dominante, il benessere di una rara sazietà. Oppure la caducità della nostra volontà, dei nostri desiderî, dei nostri vizi. Oppure la pigrizia che la vanità spinge a paludare di moralità. Oppure la venuta di una certezza, anche di una certezza terribile. Oppure l’espressione della maturità e della padronanza, in mezzo all’attività, al lavoro, alla produzione, al volere; la respirazione tranquilla allorchè la «libertà della volontà» è raggiunta... Crepuscolo degli Idoli: chissà? forse ciò pure è una specie di «pace dell’anima»...
4.
Io pongo un principio in formula. Ogni naturalismo nella morale, cioè ogni sana morale, è dominata dall’istinto di vita, — un comandamento qualunque della vita è ripieno da un determinato canone di «ordini» e di «divieti», un impaccio od una inimicizia qualsiasi, sul dominio vitale, è messa così da parte. La morale anti-naturale, cioè ogni morale che è stata fino al presente insegnata, venerata e predicata, si dirige, al contrario, precisamente contro gli istinti vitali, essa è una condanna, talvolta segreta, talvolta chiassosa e sfrontata, di quegli istinti. Allor-
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