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FEDERICO NIETZSCHE



Quelli che vogliono comprendere e gustare l’opera di Nietzsche, io credo che faranno bene considerandola dapprima non dal punto di vista del suo valore generale, scientifico o sociale, ma più semplicemente come una confessione, come una specie di giornale intimo.

È Nietzsche il fondatore di una religione, di una nuova cultura; o non è che un distruttore sterile e condannabile delle più essenziali credenze dell’umanità? È degli il profeta di un avvenire fecondo in promesse; o, al contrario, il tardo rappresentante di un lungo passato vicino a sparire? L’influenza morale da lui esercitata è benevola o funesta? — Sono queste altrettante questioni di cui noi non sconosciamo l’importanza capitale, ma di cui ora non affronteremo qui l’esame. Noi crediamo infatti che Nietzsche vale più ancora come uomo, come personalità, come poeta che come filosofo, come autore di un sistema logico e coordinato di teorie. — Si può amare un Pascal, per sempio, si possono leggere e gustare profondamente i suoi Pensieri senza condividere le sue convinzioni e senza credere alla sua apologia del cristianesimo. Si può, anche, sentire pienamente tutta la nobiltà morale di una natura come quella di Nietzsche, e tutta la bellezza lirica di Zarathustra, senza


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