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FEDERICO NIETZSCHE

Nietzsche con una intensità sempre crescente. La solitudine completa si era fatta intorno a lui. La vita errante a cui lo condannava la sua salute gl’impediva di mettere le radici in alcun luogo. I suoi antichi amici si erano allontanati ad uno ad uno, spaventati dalle sue audacie di pensiero, incapaci di seguirlo nella marcia delle sue idee. Le nuove amicizie si erano alla prova mostrate poco sicure e gli avevano portato più illusioni che gioie. Sua sorella, la sua confidente più cara e fedele, lo lasciava per seguire in America suo marito Bernardo Förster. Attorno a Nietzsche era il vuoto totale, il silenzio assoluto; a partire dal 1886, racconta sua sorella, egli non ebbe più nessuno con cui intrattenersi a viva voce dei suoi soggetti filosofici che lo appassionavano e per i quali viveva. Questo isolamento finì per diventargli uno spaventevole supplizio. La signora Förster ha pubblicato delle sue lettere che non si possono leggere senza una stretta al cuore, tento esse rivelano snervante melanconia ed intima disperazione. «Mio caro vecchio amico, scriveva nel 1884 ad uno dei suoi migliori compagni di gioventù,... quando ho letto la tua ultima lettera mi è sembrato che tu mi stringessi la mano con uno sguardo melanconico: melanconico come se tu volessi dirmi: «Com’è possibile che si abbia oggi così poche cose in comune, che si viva in mondi differenti? E una volta, invece!...» È così, caro amico, che mi avviene con tutti coloro che mi sono cari: tutto è finito, passato, intimità; ci si vede ancora, si parla per non tacersi, ci si scrive ancora delle lettere; ma la verità è lo sguardo che l’annun-


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