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FEDERICO NIETZSCHE



★★★


Lo spirito di negazione è manifestamente uno degli aspetti del genio di Nietzsche. Zarathustra non è soltanto il profeta di una nuova fede, il saggio ispirato la cui limpida anima sa «dire come dice il cielo senza nubi», esso è pure il temibile «distruttore» che sa «dire no come la tempesta», che rompe le tavole degli antichi valori; egli è il «dispregiatore» di tutto ciò che ammirano i Buoni e i Giusti, l’«empio» che proclama dovunque la «morte di Dio»; il suo sdegno sa «violare delle tombe, spostare i limiti di frontiera, e gettare le vecchie Tavole fracassate in precipizi imprevisti»; il suo sarcasmo «ha sparpagliato a tutt’i venti le grandi parole marcite»; egli si paragona «alla scopa che mette in fuga i ragni crociferi», all’«uragano che purifica l’aria viziata delle catacombe».

Tuttavia non lasciamoci ingannare da quelle violenze di linguaggio e guardiamoci dal prenderle troppo alla lettera. Niente sarebbe più falso che immaginarsi Nietzsche come uno di quegli «spiriti che negano sempre», come una specie di Mefistofele contemporaneo, il cui riso o le cui bestemmie insultano tutte le credenze o tutte le speranze dell’Umanità. Al contrario, Nietzsche — e questo è uno dei lati più importanti e più curiosi della sua psicologia — risente lui stesso in generale e con rara intensità i sentimenti ch’egli proscrive e sovente conserva una tenerezza profonda per

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