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FEDERICO NIETZSCHE



22.

Considero un caso isolato: Schopenhauer parla della bellezza con un ardore malinconico. Perchè, insomma? Perchè vede in essa un ponte sul quale si può andare più lontano, oppure sul quale vien sete di andare più lontano. Essa è per lui la liberazione della volontà, per qualche momento; essa attrae ad una liberazione eterna... Egli la vanta specialmente come redentrice del focolare della volontà, della sessualità. Nella bellezza, egli vede la negazione del genio della riproduzione. Santo bizzarro! Chi ti contraddice è — lo temo — la natura. Perchè c’è bellezza nei suoni, nei colori, nei profumi, nei movimenti ritmici della natura? Cos’è che spinge fuori la bellezza? Per fortuna, anche un filosofo lo contraddice, e non è dei minori. Il divino Platone (lo stesso Schopenhauer lo chiama così) sostiene con la sua autorità un’altra tesi, e cioè che ogni bellezza spinge alla riproduzione, che questo è precisamente l’effetto che le è proprio, dalla più bassa sensualità fino alla più alta spiritualità.


23.

Platone va anche più lontano. Egli dice con una ingenuità per aver la quale bisogna essere greci, e non cristiani, che non vi sarebbe filosofia platonica se non vi fossero giovani tanto belli, in Atene. Solo il vedere quei giovani trasporta l’anima dei filosofi in

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