Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/116


IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

che esse riflettono la sua potenza, — fino a che esse divengono dei riflessi della sua perfezione. Questa trasformazione forzata, questa trasformazione in ciò che è perfetto, è dell’arte. Tutto, anche ciò che non esiste, diviene lo stesso per l’uomo la gioia in sè; nell’arte, l’uomo gioisce della sua persona in quanto perfezione. Sarebbe permesso figurarsi uno stato contrario, uno stato specifico degli istinti antiartistici, una maniera di comportarsi che impoverirebbe, diminuirebbe, anemizzerebbe tutte le cose. E, infatti, la storia è ricca in antiartisti di questa specie, in affamati della vita, per i quali è una necessità impadronirsi delle cose, consumarle, renderle più magre. Per esempio, è questo il caso di un vero cristiano, di un Pascal; un cristiano che nello stesso tempo sia anche un artista non esiste... Che non si faccia la fanciullaggine di oppormi Raffaello o non importa qual cristiano omeopatico del diaciannovesimo secolo. Raffaello diceva , Raffaello creava l’affermazione, dunque Raffaello non era un cristiano...


10.

Cosa significano le opposizioni d’idee tra apollinei e dionisiaci, che ho introdotte nell’estetica, tutte e due considerate come delle categorie dell’ebbrezza? — L’ebbrezza apollinea produce innanzitutto l’irritazione dell’occhio che dà all’occhio la facoltà di visione. Il pittore, lo scultore, il poeta epico sono dei visionari per eccellenza. Nello stato dionisiaco, al contrario, tutto il sistema emotivo è irritato e amplificato: in modo


— 117