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FEDERICO NIETZSCHE

la sua ragione aveva riconosciuta illusoria o pericolosa. L’affermazione e la negazione camminano in lui di pari passo, senza che alcuna di queste due tendenze soverchi l’altra.

Per tutta la sua vita Nietzsche glorificherà con un entusiasmo sempre più lirico, sempre più ditirambico l’ideale la cui radiosa visione risplende in lui, e tutto ciò che nella realtà gli appare come conforme a quell’ideale. E durante tutta la sua vita lotterà pure con uguale entusiasmo contro le dottrine o contro gli uomini, quali essi siano, ch’egli riconosce come nemici di quell’ideale, senza mai lasciarsi fermare in questa opera di negazione dal suo istinto di rispetto, senza mai esitare a combattere, se la sua ragione glielo ordina, idee o persone eh egli ad un dato momento aveva creduto di poter amare.

Al principio della sua carriera di scrittore, com’è naturale, l’istinto di rispetto e di affermazione domina in lui. Si entusiasma per la cultura greca che deve studiare come professore di filologia a Basilea; per Schopenhauer le cui opere compera per caso da un rivendugliolo, nel 1865, e che d’allora diviene il suo filosofo preferito; per Riccardo Wagner con il quale si lega d’intima amicizia nel 1861 e che va frequentemente a visitare nel suo eremitaggio di Tribschen ed a Bayreuth; per Giacobbe Burckhardt, infine, il celebre professore di storia dell’arte all’Università di Basilea il quale sembra avere sviluppato in lui il gusto della civiltà romana e particolarmente della Rinascenza Italiana. Conquistato insieme dall’arte antica, dalla letteratura, dalla musica, dalla filosofia, e portato

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