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FEDERICO NIETZSCHE |
tanta pesantezza malinconica, tanta paralisi, tanta umidità, tanta affettazione, quanto vi è di birra nella intelligenza tedesca! Com’è possibile che dei giovani i quali votano la loro esistenza agli scopi più spirituali, non sentano in essi il primo istinto della spiritualità, l’istinto di conservazione dello spirito, e ch’essi bevano della birra?... L’alcoolismo della gioventù istruita non è forse ancora un enigma in rapporto al loro sapere — anche senza spirito si può essere un gran sapiente — , ma, per un altro riguardo, rimane un problema. Dove non si troverebbe quella dolce degenerescenza che produce la birra nello spirito? In un caso rimasto quasi celebre, io una volta ho messo il dito sopra una simile piaga, la degenerescenza del nostro primo libero pensatore tedesco, il prudente David Strauss, divenuto l’autore di un evangelo di birreria e di una «nuova fede»... Non è invano ch’egli fece all’«amabile bruna» (la birra) la sua dedica in versi: — Fedele fino alla morte...
3.
Ho parlato dello spirito tedesco: ho detto ch’esso diventava più grossolano, più piatto. È abbastanza? — In fondo, è ben altro che mi spaventa; com’è che la serietà tedesca, la profondità tedesca, la passione tedesca per le cose dello spirito vanno sempre diminuendo. Il pathos si è trasformato e non soltanto l’intellettualità. Di tanto in tanto mi accade di avvicinare delle università tedesche: quale atmosfera regna tra quei sapienti, quale spiritualità vuota, soddisfatta e intiepidita! Ci s’ingannerebbe profondamente se mi si voles-
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