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indirizzarle a persona, che in se meglio riunisse le doti della mente e del cuore. Dirò, che facendo eco ancor io, sul terminar del mio scritto, a quegli egregi dettami, sapeva di adempire un altro dovere santissimo del medico, il quale siccome — sentinella della provvidenza presso il tugurio della miseria, — dee tener sempre alto e con mano ferma il vessillo di carità e di beneficenza, perché i popoli accorrano e gli si stringano attorno.

E veramente, dire al povero: bada sai, scegliti case buone e pulite, nutrisciti di cibo sano, copriti bene delle vesti, sta’ di buon animo e allegro, se non vuoi ammalare; e poi non dare opera né spendere una parola, perché chi può raccomodi una casa, lasci un boccone un avanzo di veste a chi non ne ha, procuri lavoro a chi il chiede, per esimersi dalla tirannide dell’ozio e della miseria, pessimi consiglieri; sarebbe lo spregio più atroce che potesse gettarsi in faccia a chi soffre, sarebbe contradizione pessima fra opere e parole, che forse un giorno, Dio sperda per sempre l’augurio, potrebbe sciogliersi in guerra di passioni e di braccia.