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vo’ dire se i sintomi con tutte le sembianze e accidentalità loro, se la terapia colla consonanza de’ suoi effetti sullo stato morboso, se l’anatomia patologica co’ trovati dello scalpello, ponessero in chiaro una reale sostituzione della diatesi flogistica alla dissolutiva (che tale si ravvisa comunemente ne’ primi periodi del cholera), converrebbe ch’io spezzassi le tavole della mia legge, ed accettassi il dettame del fatto.

Ora se riguardo in complesso a’ sintomi che primeggiarono in questo periodo, credo non andare errato, ravvisando nella massima parte, piuttosto il decadimento, che l’esaltamento degli atti vitali, piuttosto un declinare della materia nelle vie della dissoluzione, che un trasmodare, siccome nella flogosi avviene o nella diatesi flogistica, nelle formazioni plastiche. Avrei voluto ajutarmi in questa ricerca anche delle indagini anatomiche; ma ostacoli superiori alla mia volontà me lo impedirono. Potrei addurre anche l’argomento terapeutico, e mostrare in cifre, come la somma de’ guariti col metodo di cura analettico e stimolante in tal periodo superi d’un terzo e più i morti: ma per quanto coscenziosamente fidassi negli espedienti dell’arte da me adoperati, per quanto valente apprestator di rimedii mi possa credere, pure so, che sopra me v’è un altro medico, il quale si mette non chiamato di viva forza nella cura, ed ha per uso non dir nulla a nessuno quando e come guarisce. Questo medico si chiama natura, e potrebbe anch’essere (lo che accade spesso in medicina), che noi stimassimo efficacia del medicamento quello si dee solamente alle salutari operazioni, che nel segreto de’ corpi compie natura: alla quale spesso, prima di accingersi all’opra, tocca a perder tempo, talvolta