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abbondanti, crampi fierissimi ad ambe le membra alle coste spurie e alle spalle, e tutti gli altri sintomi del cholera. Nel giorno dopo mercè qualche clistere mi fu concesso riaprire il secesso intestinale, che riapparve ma giallastro; i crampi sparirono, ma subentrò un senso di costrizione violenta alle fauci, che non lasciò più il povero infermo: egli moriva il due Gennajo in stato di reazione, con segni di forte congestione polmonare. Tanta precipitazione di malattia che finì colla morte, fu conseguenza della raffrenata diarrea, o sivvero naturale effetto di quel complesso di cause perniciose, cui il vecchio, già diarroico da varii giorni, erasi esposto imprudentemente il giorno avanti? Qualche ingegno benevolo potrebbe per cortesia attenersi al secondo supposto: ma la coscienza, che non porta rispetto a veruno, per ora non mi assecura.

In una famiglia di poveri e onesti braccianti, che ebbe due giovani affetti di cholera di cui il primo morì, tutti padre madre e figlia, quasi contemporaneamente nell’ammalarsi dell’ultimo, furono assaliti da forte diarrea sieroso-muccosa, ma senza accompagnamento d’altri sintomi funesti. Solo nel padre, uomo di tempra robusta su’ cinquant’anni, oppresso da cupo dolore per le strettezze presenti del vivere, era osservabile una sì profonda adinamia, che certamente non rispondeva colla perdita umorale nè coll’abbattimento dello spirito. Pure li volli assoggettare tutti e tre alla stessa maniera di cura, vale a dire a’ lievi astringenti sul primo e poi al diascordion. La diarrea fu agevolmente frenata; la madre e la figlia ritornarono a salute: ma nell’infelice padre l’adinamia si aggravò anche di più, e dopo tre giorni comparvero contratture alle mani e avambracci e alle