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la diarrea che vuol esser frenata, e quella che dee esser favorita?

Pur per andare avanti meno a tentoni che fosse possibile in questa pratica, m’ero fatta la regola seguente di cura. Quando la diarrea mi si offeriva sola o accompagnata da’ sintomi d’una vaga indisposizione senza segni di stato gastrico, da farmi credere dipendesse soltanto da atonia e iperemia del sistema venoso addominale, o da puro disordinamento dell’atto secretivo per oppressione d’animo o per altre influenze dinamiche, la curava cogli astringenti dalle semplici bevande limonate fino al diascordio, a seconda della copia maggiore o minore del flusso, dello stato adinamico, ecc. Quando al contrario aggiungevansi alla diarrea, comecchè appena delineati alcuni de’ sintomi cholerici, da farmi credere già iniziato il procedimento morboso specifico del cholera, quali, inclinazione al vomito, fugaci e rare contratture alle membra, un lieve cerchio agli occhi e va dicendo, allora m’astenevo dalla cura astringente, e sentiva dentro me la convenienza di rispettare ed attivare anzi quella secrezione, che avea il vantaggio per me di tradur fuora umori viziati: allora consigliava il più delle volte un purgativo oleoso, che i malati preparavansi volentieri da se medesimi con olio d’oliva, spremendovi sopra del succo di limone. Il fatto parvemi, desse la prova e la riprova della bontà della regola: vo’ dire, che dove seppi applicarla, l’evento corrispose; dove non fui pronto od accorto a corre l’opportunità, sventuratamente incolse a’ miei malati la peggio. Siccome ogni onesto dee lasciare a’ ciarlatani di piazza e di bottega, a certi miracolosi guaritori universali, il raccontar tutto bene delle lor