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e sociali. Fra le occasionali apparisce, come, andando a ragione di frequenza, i contatti primeggino sopra tutte le altre, indi la paura forte, finalmente gli errori dietetici.
Il valore relativo delle quali cause si valuterebbe esattamente, se queste avessero operato ognuna per se ad occasionare la malattia: ma in que’ casi e sono i più, dove le «une si sono intramescolate colle altre, chi saprebbe precisarmi, se abbiavi avuto parte una sola e quale, o se tutte e tre avendo cooperato, a quale debbasi il primato? Certo se tutti i casi presentassero nella loro parte etiologica la nuda semplicità dell’ultimo da me narrato, non vi sarebbe più luogo a contese. Ma »i fatti, dice Terenzio Mamiani11, non si legano quasi mai isolati e a un modo solo, ma avviene di loro quello che Plutarco scrive delle passioni, le quali si appiccano l'una all’altra con infiniti gruppi, e nodi e mutazioni d’aspetti... Il metodo pertanto dee innanzi a tutto insegnare le note proprie della ragione efficiente e della concomitante, della prossima e della remota, della occasionale, della incidente, e d’altre se pur ve n’ha. Per queste note si giunge infine alla riduzione causale, cioè a dire che a un dato effetto si giunge ad attribuire la genuina cagione, riconosciuta per mezzo di una moltitudine di contrarie apparenze».
Forse, per procedere sicuri e diritti per questa via, giova meglio alle volte, come diceva, un po’ di coscienza che la scienza medesima; forse se a’ medici, nella ricerca delle vere cause del morbo cholerico, fosse venuto voglia di lasciare a casa il fardello di lor sistematiche dottrine e de’ lor preconcetti, se avessero amato meno