Pagina:Il cholera in Barberino di Mugello - Carlo Livi, 1855.djvu/44


— 40 —

popolazioni, e diffondervisi identica sempre a se stessa nella forma.

Io non entrerò in tali disquisizioni, perchè tengo promessa con me medesimo di ragionare soltanto su ciò, che si fonda nel fatto e nell’universale consentimento. Ora mettendo da parte i nomi di causa universale, d’influenza e di costituzione epidemica, tutti facilmente consentiranno, che da qualche tempo gravitano sopra i nostri organismi insolite cause cosmo-telluriche, alcune conosciute nella loro parvenza fenomenica, altre soltanto da certi effetti sugli esseri organizzati vegetabili ed animali. Anzi pare, che negli ultimi infelicissimi anni, tuttociò che malignità di natura e degli uomini può apparecchiare di nocivo e di micidiale a salute, sia stato, come per una tremenda e arcana congiura, apparecchiato. Infatti terremoti, inondazioni, disordinamenti di stagione, frequenza di comete inaudita, poi la crittogama fatale alle viti e al regno vegetabile quasi tutto, poi infermità insolite nelle bestie, copia stragrande d’insetti, poi commozioni e fortune politiche, e finalmente la guerra col suo funesto corteggio di morti di carestie di paure, e di commerciali disastri. Le quali cause cosmiche e sociali tutte non possono a meno d’indurre particolari effetti sugli umani organismi, sia corrompendo la nativa bontà della loro salute, sia aggiungendo alle comuni infermità alcun che d’insolito e di maligno, finché un morbo di nuova forma e violenza sopravvenga, e prenda impero sulle moltitudini debilitate.

Ora, per ciò che riguarda il luogo di cui narro la malattia popolare, mi viene partecipato dall’Ecc.mo D. Vitale Bugiani, come qualche caso di miliare cominciasse