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di sorta nè di robe o persone nè fra loro o con altri: contatti furonvi bensì fra essi e i congiunti che ammalaron dopo. Nella Teresa Boni mancò ogni causa occasionale, mancò la diarrea prodromica: grandissima però la miseria, scura angusta lurida fetente l’abitazione. Il Calamai, soggetto spesso per ragion di mestiere all’intemperie amosferica, era uomo che trasmodava in ogni cosa, e lo chiamavano di soprannome Gastigo: invocava da un pezzo il cholera per se e per altri ricchi del paese, e il cholera, dopo una gran mangiata di castagne ch’e’ fece, venne pur troppo a trovar lui, e in due giorni lo condusse al sepolcro. Così l’Ajazzi s’era empito lo stomaco il giorno avanti di minestra col cavolo e di cotenne di majale.

Ora alla Boni Teresa tenne dietro il padre, poscia la madre, e tutti guarirono; al Calamai tenne dietro il cognato d’anni 70, indi la moglie soggetta a gastralgie e coliche, e tutti perirono: all’Ajazzi giovane sano e robusto morto il 23 tenne dietro il fratello d’anni 21, ma di abito gracilissimo e di aspetto quasi fanciullesco, e guariva. In tutti questi ammalatisi consecutivamente mancarono precedentemente cause dietetiche ed occasionali, non mancò però, se si eccettui la sola Calamai, la diarrea prodromica.

Erano gli ultimi di Dicembre, e il cholera andava qui e li serpeggiando specialmente per la detta strada fuori del borgo, non più cogliendo famiglie intere, ma individui6, quando il primo dell’anno tornava minaccioso in Barberino, assalendo fierissimamente una Guasti Luisa e un Gregorio Strada. Il fatto è così singolare, che merita veramente, sia raccontato da me con ogni particolarità.


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